La fonte nascosta by Mark Solms

La fonte nascosta by Mark Solms

autore:Mark Solms [Solms, Mark]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788845986369
editore: edigita
pubblicato: 2023-05-25T22:00:00+00:00


So che sembra strano parlare di coscienza in termini meccanicistici, ma nel descrivere le leggi che sono alla base dell’esperienza fenomenica ho cercato di dimostrare che la coscienza fa parte della natura, che non esiste in qualche universo parallelo e che non è qualcosa al di là della portata della scienza.

Ora vi chiederò di varcare il Rubicone insieme a me.

Questo capitolo affronta alcune questioni legate alla nascita della coscienza. Più specificamente, chiede: (1) in che modo il processo di priorizzazione dei bisogni si collega alle leggi della minimizzazione dell’energia libera? (2) Com’è che questo processo fa sì che alcuni sistemi auto-organizzati provino qualcosa a essere quello che sono? Alla prima domanda ho cercato di rispondere, in queste ultime pagine, dal punto di vista della fisica statistica. Ora devo spiegare nel modo più semplice possibile in che modo la dinamica meccanico-statistica che ho descritto generi l’esperienza vissuta. Come può un sistema di elaborazione delle informazioni avere sentimenti? Per spiegarlo, devo chiedervi di fare un salto che molti studiosi di scienze naturali sono riluttanti a fare – con grave danno per la scienza, soprattutto per la scienza della mente –, che consiste nell’adottare il punto di vista del sistema. Vi sto chiedendo di sostituire la visione oggettiva, in terza persona, con una prospettiva soggettiva in prima persona: la prospettiva del sistema. E di empatizzare con lui.29

Questo salto è giustificato per due motivi. Il primo è che l’esperienza vissuta può essere interpretata solo da un punto di vista soggettivo. Escludere tale prospettiva dal campo di indagine scientifica significa non tener conto della caratteristica principale della mente. Questo è appunto ciò che fecero i comportamentisti, creando i presupposti per mezzo secolo di fallimenti delle neuroscienze nel loro sforzo di lottare seriamente col problema della coscienza. Il secondo motivo è dato dalle mie personali ricerche, in cui ho mostrato, in termini formali e meccanicistici, come nasce la soggettività dei sistemi di «autoverifica». Assumere la prospettiva di un tale sistema è giustificato proprio dal fatto che esso possiede un senso di sé.

Per essere ancora più esplicito: l’energia libera e la precisione assegnata alle sue componenti possono essere sperimentate in un sistema solo quando vengono concepite dal punto vista del sistema; le esperienze non possono essere osservate in maniera obiettiva, dall’esterno, proprio perché sono esperienze.

Ho anche spiegato, in termini causali e in base a leggi precise, che il sé di tali sistemi è un sé intenzionale. I sistemi auto-organizzati con le dinamiche che ho descritto hanno un obiettivo e un fine, che è la sopravvivenza, il che significa che possiedono un sistema di valori: lo stesso che è sotteso a tutta la vita.

L’intenzionalità dei sistemi dinamici di autoverifica li obbliga a porre domande sul proprio stato corrente in relazione alle perturbazioni entropiche che li assediano da ogni parte. È questo che li rende sistemi di autoverifica. Devono sempre chiedersi: «Se faccio questo, che cosa accadrà alla mia energia libera?». Inoltre, i sistemi complessi di autoverifica (come noi vertebrati) devono fare questa domanda in relazione a diverse variabili



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